mercoledì 9 gennaio 2008

(...) Sotto di lui viveva il poeta Giosuè Bonetti, ormai novantenne, che ogni mattina presto se ne andava in giro ai fossi, a bere coi barrocciai, a osservare i pescatori che rammagliavano le reti. In mezzo a quella “eterogenea umanità dispersa” che si trascinava per i moli e le strade, quei: “masnadieri che fecero di Livorno il paradiso dei senza-patria”. Col suo cappellone in testa, avvolto nella mantella nera di panno, sfoggiando una lunga barba bianca alla Mosè e una salute di ferro, se ne usciva di casa come attirato dal canto delle sirene.

Presso l'Editore Soffiantini di Livorno è in preparazione il libro "Umanità dispersa" con la raccolta completa dell'opera del Poeta scomparso il 12 maggio 1957. Vincitore nel 1955 del Premio Semprini a Castiglioncello.

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