giovedì 17 gennaio 2008



“(…) sicuramente una storia appassionante. Così ben costruita da risultare fin da subito una lettura avvincente. Anche per la quantità di colpi di scena ed invenzioni, spesso molto divertenti, che fanno diventare Una busta per Grace un “giallo” piacevole anche per coloro che non amano questo genere letterario.
Una vicenda che vi sorprenderà, sia per la piacevolezza, che per l’intensità dei suoi personaggi, a volte decisamente indimenticabili.
In questa storia appare per la prima volta il personaggio di Davide Tatorino. Critico d’arte, collezionista, amante dei mercatini d’antiquariato e della vita in genere. Curioso, come lo siamo tutti, davanti ad un omicidio, di scoprire l’assassino.
Una Parigi dei primi del ‘900, un disegno di Modigliani, una Versilia come quella degli anni ’60, per arrivare fino ad oggi, durante i due giorni de La Fiera dell’Antiquariato di Arezzo.
Una lettura indubbiamente intensa ed avvincente.” (m.d.b.) - da Noir Magazine, dicembre 2007.

mercoledì 9 gennaio 2008

(...) Tra un’ora, suo padre, dopo aver visto il notaio Caruso, sarebbe venuto finalmente a prenderla e l’avrebbe portata via da quella festa noiosa.
Dovevano andare al Politeama, alla prima de
L’Armata Brancaleone, alla presenza del regista Mario Monicelli, anche lui di Viareggio.
Le ultime note di "Michelle" dei Beatles, si dispersero nell’aria che profumava di spuma all’arancio, crostate di albicocche, e gelato. Marella le si avvicinò e le chiese: «E adesso, uggiosetta, cosa vuoi che mettiamo?»
(...) Sotto di lui viveva il poeta Giosuè Bonetti, ormai novantenne, che ogni mattina presto se ne andava in giro ai fossi, a bere coi barrocciai, a osservare i pescatori che rammagliavano le reti. In mezzo a quella “eterogenea umanità dispersa” che si trascinava per i moli e le strade, quei: “masnadieri che fecero di Livorno il paradiso dei senza-patria”. Col suo cappellone in testa, avvolto nella mantella nera di panno, sfoggiando una lunga barba bianca alla Mosè e una salute di ferro, se ne usciva di casa come attirato dal canto delle sirene.

Presso l'Editore Soffiantini di Livorno è in preparazione il libro "Umanità dispersa" con la raccolta completa dell'opera del Poeta scomparso il 12 maggio 1957. Vincitore nel 1955 del Premio Semprini a Castiglioncello.

martedì 8 gennaio 2008

1) Emilio Pucci - 2) "Pali Blu" di J.Pollock (particolare) - 3 Yashi Yamamuri
"Cartografo, naturalista, viaggiatore: Girolamo Segato fu veramente spirito eclettico, figlio del Settecento classificatore e razionalista, curioso e dissacratore. Studioso di chimica e di mineralogia, tornò dai suoi viaggi in Egitto con la passione per la mummificazione e con l’ambizione di sfidare il tempo, elaborando una tecnica che consentisse la conservazione dei corpi, dopo la morte.
Questo procedimento di apparente “pietrificazione” è ancora avvolto nel mistero, in quanto egli non volle rivelarne il segreto, nonostante le critiche dei suoi contemporanei ed i numerosi tentativi di imitazione.Le sue realizzazioni sono oggi raccolte in gran parte nel Museo del Dipartimento di Anatomia, Istologia e Medicina Legale dell’Università degli Studi di Firenze, a cui il Museo di Storia della Scienza di Firenze e il Museo Civico di Belluno hanno affidato la conservazione dei loro reperti."


(Tratto dal sito:www.unifi.it/unifi/anatistol/anatomia/segato/, dove potete trovare molte foto delle sue pietrificazioni.)
(...) Il pittore Camillo Juti, un omino asciutto e nervoso dall’aspetto trasandato, attraversò tutto lo studio per andare a prendere un quadro ancora fresco. Appoggiato sul cavalletto.
«Tramonto a Marina di Pietrasanta» disse, mettendoglielo davanti.
«Guarda che vibrazioni di colore, che luce! E che movimento!»
Gionata Santini si avvicinò al dipinto.

«Ho lasciato intravedere il fondo della tela per aumentarne la luminosità...» continuò Juti, incapace di star fermo, continuando ad agitargli la tela davanti agli occhi...

(Lorenzo Viani, ritratto del pittore Camillo Juti, 1938)

lunedì 7 gennaio 2008

Fifì, Arezzo 2006.
(...) Per anni aveva cercato di procurarsi l’autoritratto della Hèbuterne, quello in cui lei faceva mostra di due intensi occhi da felino, come un predatore in attesa.
Un’immagine lontana milioni di chilometri dal ritratto che le aveva fatto Modigliani, che in lei aveva visto una donna dolce, mite, placidamente seduta nel silenzio della loro stanza spoglia
.


(da "Una busta per Grace" di Cavezzali - Ciantini, Neftasia Editore, 2007)
Lungomare di Viareggio, 1950.......................................cartolina
(...) "L'arte non è mai casta!" disse Picasso ad alta voce, sostituendo l'occhio di Arlecchino con una vagina, nel dipinto ad olio che stava ultimando e che poi avrebbe intitolato: "Arlecchino musicista".
Con quel gesto promise al mondo nuove e mostruose deformazioni che poi diventarono le maggiori protagoniste delle sue tele per tutto il 1925.
Davide Tatorino invece non alza mai la voce e come la capra Esmeralda, che pascolava nel giardino della villa di Picasso a Cannes, nell'estate del '55, ascolta quelle urla, guarda le tele appena ultimate, brucando, cercando, scavando...
(dalla presentazione al libro fatta da Nino Melora di "Parole e Percorsi" presso la Sala della Arti del Comune di Milano, aprile 2002)
"La civetta cubista" uscito in sole 1000 copie presso l'Editore Giangiacomo Giacomini, nell'aprile del 2002, è oggi andato esaurito.
(...) Tatorino sentì le campane di Santo Spirito risuonare mezzogiorno. Sospirò e si scambiò un’occhiata d’intesa con la piccola ceramica di Picasso che a volte, ma solo quando lo decideva lei, gli faceva da portafortuna.
L’aveva scovata una domenica al mercatino antiquario di Barga. Pagandola una cifra irrisoria: appena 200 mila lire.
Una piccola ceramica di quelle prodotte nei primi anni ’50 a Vallauris, nel laboratorio Madoura di Georges e Suzanne Ramiè, quando il Maestro li aveva autorizzati a riprodurre in tirature limitate, alcune sue ceramiche.

(Anteprima da "La collana di pulcini d'oro" di Massimo Cavezzali e Sauro Ciantini, di prossima pubblicazione)

domenica 6 gennaio 2008

«Ma cosa fa?» disse lei, arretrando. «Mi annusa?»
«Mi scusi» fece Tatorino imbarazzato. «Ma ha un profumo che non sentivo più da moltissimi anni».
«Lo conosce?» disse la donna come se ne fosse stupita.
«Vivara di Pucci, vero?» indovinò Tatorino. «Dal porticciolo della Chiaiolella, nell’isola di Procida, si vede bene l’isolotto di Vivara» disse. «Ho degli splendidi ricordi di quella spiaggetta e anche di quel profumo!» mentì, sorridendole.
Adesso era lei che lo guardava incuriosita.

(da "Una busta per Grace" di M.Cavezzali - S.Ciantini, Neftasia Editore, 2007)

Il pesce nell'Arte

(Il pesce nell'Arte di Davide Tatorino - Dama Editore - Torino, 2005)
*
Il pesce, l'unico animale del Creato che è stato risparmiato dalla collera di Jehovah. Il solo al quale fu data la possibilità di scampare al Diluvio Universale. Perché?
*
Dagli affreschi ellenistici raffiguranti pesci e frutti di mare, ai dipinti dell'area vesuviana chiamati: Xenia, doni ospitali, descritti da Vitruvio. Dalla "Natura morta con pesce" di Giovanni Boldini (Bergamo, Collezione privata) scelta per la copertina di quest'incredibile volume, al piatto con pesce di Federico Zandomeneghi, fino alla famosissima "Natura morta con pesci" di De Pisis.
Centinaia di immagini per questo libro geniale e bizzarro. Da i pesci con ostriche di Manet, al vaso con pesci rossi di Matisse. Nuotando tra i pesci raffigurati da Picasso nelle sue bellissime ceramiche.
Un'iconografia puntuale e rigorosa a supporto della risposta che Davide Tatorino, esperto d'Arte e critico, riesce a dare con grande semplicità e lucidità al suo iniziale: "Perché?".
*
(dalla Prefazione di Athos Moscatelli al volume)

giovedì 3 gennaio 2008

L’Exposition des Peintures et des dessins de Modigliani, in teoria, sarebbe dovuta durare dal 3 al 30 dicembre di quell’anno, ma già da quella prima mezz’ora, anche un bambino avrebbe capito come sarebbe andata a finire.
«Proprio di fronte a un commissariato!» sbottò Zborowski, a bassa voce, per non farsi sentire dalla spaurita Berthe Weill, maledicendo la scelta di quella piccola galleria!


(Da "Una busta per Grace" di M.Cavezzali - S.Ciantini, Neftasia Editore, 2007)

mercoledì 2 gennaio 2008

è uscito: Una busta per Grace

Quel pomeriggio, davanti alla Gallerie di Berthe Weill, in rue Taitbout al numero 50, si era formata una piccola folla di curiosi che stava intralciando il via vai di carri e carretti, diretti al vicino mercatino pomeridiano dell’Opera...
(Una busta per Grace di Massimo Cavezzali e Sauro Ciantini - Neftasia Editore - aprile 2007)

Può un piccolo disegno, anche se fatto da Modigliani, provocare tanti guai?
Parigi 1917: nella Gallerie di Berthe Weill, un agitato Leopold Zbo Zborowski guarda i gendarmi sapendo che, tra pochi minuti, gli ordineranno di chiudere la prima mostra di Amedeo Modigliani con l’accusa di offendere il pudore.
E’ proprio in quel momento di confusione che quel piccolo disegno realizzato a cera scompare.
Arezzo 2006: sotto una cappa di caldo asfissiante, una ex Miss viene trovata morta. Un autentico omicidio da prima pagina estiva che scuote la tranquilla atmosfera della Fiera dell’Antiquariato.
Una storia che si muove sapientemente tra vicende lontane nel tempo. Una vecchia valigetta nera ed una busta. Un’adolescente innamorata di suo padre che custodisce un terribile segreto.

In “Una busta per Grace”, il personaggio di Davide Tatorino compare per la prima volta.
Esperto d’arte, innamorato della vita, quando s’imbatte in una vicenda gialla non si muove come una tigre o un lupo solitario, e neanche come un cane da caccia. Al massimo rischia di far saltare i nervi al povero Commissario Pontano della Squadra Mobile di Arezzo.
Quando ”il passato incrocia il presente”,”il destino deve compiersi”, “il cerchio chiudersi”, Tatorino è lì che spiluzzica, curioso come tutti di sapere come stanno realmente le cose.