lunedì 7 gennaio 2008

(...) "L'arte non è mai casta!" disse Picasso ad alta voce, sostituendo l'occhio di Arlecchino con una vagina, nel dipinto ad olio che stava ultimando e che poi avrebbe intitolato: "Arlecchino musicista".
Con quel gesto promise al mondo nuove e mostruose deformazioni che poi diventarono le maggiori protagoniste delle sue tele per tutto il 1925.
Davide Tatorino invece non alza mai la voce e come la capra Esmeralda, che pascolava nel giardino della villa di Picasso a Cannes, nell'estate del '55, ascolta quelle urla, guarda le tele appena ultimate, brucando, cercando, scavando...
(dalla presentazione al libro fatta da Nino Melora di "Parole e Percorsi" presso la Sala della Arti del Comune di Milano, aprile 2002)
"La civetta cubista" uscito in sole 1000 copie presso l'Editore Giangiacomo Giacomini, nell'aprile del 2002, è oggi andato esaurito.

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