martedì 5 febbraio 2008

venerdì 1 febbraio 2008

da Nuova Agenzia Radicale (venerdì 18 gennaio 2008)
http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=2864&Itemid=58&mosmsg=Commento+salvato%21

Recensione di Edoardo Cicchinelli:

(...) Le scene si aprono su un pomeriggio parigino del 1917. Modigliani è ancora un giovane artista poco noto, ma pronto per la sua prima "personale". L'Exposition des peintures et des dessins de Modigliani sarebbe dovuta durare dal 3 al 30 dicembre di quell'anno, ma le figure audaci e provocatorie del giovane livornese scatenano un putiferio, fino all'intervento della polizia che impone la chiusura dell'esposizione. Nel trambusto, un piccolo disegno sparisce, rubato. A distanza di decenni, proprio quel furto segreto di un piccolo ed allora insignificante disegno (divenuto un tesoro), innesca una spirale di intrighi, ricatti ed assassinii fino alle afose giornate d'agosto nell'Arezzo del 2006. A far luce sulla questione sarà Davide Tatorino, un investigatore esperto d'arte, scaltro e fascinoso che, nei progetti editoriali, par di capire diventerà il protagonista di una collana a lui dedicata (il sottotitolo del romanzo recita I casi di Tatorino). Dopo pochi capitoli però, affiora il dubbio che rivedremo presto Tatorino; a mio modesto avviso di lettore urge una sostanziale revisione del personaggio e dello stile narrativo. Tanto suggestivo è l'inizio della storia infatti, tanto deludente ne è lo sviluppo. Ciò che funziona in graphic novel non sempre regge in tutto testo, ed il personaggio paga, probabilmente, l'estrazione fumettistica degli autori, risultando a tratti un po' stucchevole. È un invincibile, intelligente, sa praticamente tutto, parla per battute ad effetto, fa continuo sfoggio di doti, ora in qualità di critico d'arte, ora in qualità di investigatore di razza. Una specie di Shelock Holmes antipatico che a forza di alzare il sopracciglio e citare classici latini, con la stessa facilità con cui fa perdere la testa alle donne o mette sistematicamente nel sacco l'interlocutore, fa passare il lettore senza indugi dalla parte del povero Lestrade di turno.Più accattivante, come personaggio simile, è allora la commissaria omosessuale, colta ma goffa e mascolina, Vanessa Tullera, anch'ella esperta di delitti maturati nel mondo dell'arte, nata dalla penna del pittore-scrittore Echaurren Pablo (Fernandel editore). Personaggio, quest'ultimo, assai meno liscio e scontato di Tatorino. Primo round a Tullera, dunque. Staremo comunque a vedere con attenzione se Cavezzali e Ciantini daranno seguito al progetto o meno, con nuovi casi per Davide Tatorino.

01-02-2008, Risponde Davide Tatorino:

Caro Edoardo, già era una mattinata sfigata. Mi hanno appena rimandato per la terza volta il pagamento per una breve introduzione ad un libro sul “Parmigianino”, uno sfortunato pittore del 1500. Un personaggio che sicuramente ti sarebbe piaciuto: orfano, allevato da zii scorbutici, che perde il suo primo grande lavoro (dorare i rosoni della volta della chiesa di Parma) perché non ha i soldi per comprare l’oro per la doratura. Perde, questo lavoro che viene affidato ad un suo amico: Raffaello Sanzio. Eppure il Parmigianino dipinge quadri bellissimi che però è costretto a vendere a due soldi per riuscire a pagare i debiti, ma viene imprigionato, e muore povero, quasi semi-demente, annebbiato da tutta quella terribile sofferenza… Di personaggi così però ne sono pieni i libri e, purtroppo, la terra. L’ispettore sfigato, o il Detective, con tanti problemi meglio se familiari (una figlia che non lo capisce o una moglie che anche lei non lo capisce, e spesso non lo capisce tanto neanche il cane) che vive isolato (il detective, non il cane!), disperato, che fuma e beve, e frequenta vecchie o giovani prostitute ma sempre e comunque sagge, vivendo ai margini della giostra impazzita della vita, piace. Piace sempre. E’ sempre piaciuto e sempre piacerà. Un vecchio (vecchio nel senso affettivo del termine) sceneggiatore di film di Maciste, me lo aveva confidato: “I personaggi sfigati piacciono sempre… Hanno presa sul pubblico…“ ma io, testone, ho voluto fare di testa mia. Come dice: Stanisbaw Jerzy Lec (poeta e scrittore polacco): “E’ già stato tutto scoperto. C’è ancora terra vergine soltanto nei paraggi della banalità”. Comunque “scaltro” non me l’aveva mai detto nessuno! Nemmeno: fascinoso. “Invincibile” non credo proprio. Intelligente… quello un po’ si, lo ammetto, e sono contento che te ne sia accorto. Spero soltanto di avere un tipo di intelligenza di quella che le donne sanno vedere negli occhi di chi hanno di fronte. Niente di più. Ovvio che mi sono riproposto nella mia seconda avventura, di prossima pubblicazione, di fare un passo in avanti! Sarò diverso e quindi: migliore. Anche grazie a te.
Ma continuerò ostinatamente ad amare la vita, anelando a quelle belle mattinate nelle quali tutto sembra calmo e tranquillo: si appoggia la macchinetta del caffè sul fuoco, si apre nell’attesa una bel libro oppure un catalogo d’arte e ci si imbatte, per caso, proprio ne: “La joie de vivre “ di Pablo Picasso… Non sarebbe bello essere anche noi lì, sulla spiaggia di Antibes? Lo so benissimo: la gioia di vivere nelle altre persone, quando tutto sembra franare, è una brutto rospo da buttar giù.
Ma tu, a proposito, come stai?
Tuo, Davide Tatorino.